Elon Musk e Trump

«Elon Musk ha assunto ecstasy, ketamina e funghi allucinogeni durante la campagna di Donald Trump

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Written by Irene Vitturri

30 Maggio 2025

📍 Luogo: Usa

Una nuova inchiesta del New York Times getta una luce inquietante sulla vita privata e pubblica di Elon Musk, rivelando un presunto uso pericoloso e continuativo di droghe durante un periodo cruciale della politica americana: la campagna elettorale e la presidenza di Donald Trump. Secondo il giornale, il patron di Tesla e SpaceX avrebbe fatto uso di ketamina, ecstasy e funghi allucinogeni, ben oltre un consumo saltuario.

Ketamina, ecstasy e funghi: un mix pericoloso

Il magnate, considerato uno degli uomini più influenti e controversi del mondo, avrebbe assunto ketamina quotidianamente, spesso combinandola con altre sostanze come l’ecstasy e i funghi psichedelici. «Porta con sé una scatola con circa 20 pillole al giorno, inclusi stimolanti come l’Adderall», riporta il NYT. Nonostante Musk avesse ammesso in passato di utilizzare la ketamina “un paio di volte al mese per combattere la depressione”, le abitudini sarebbero diventate più pericolose e regolari, al punto da causare anche problemi alla vescica, sintomo tipico di un uso cronico della sostanza.

Il confine sfumato tra uso medico e abuso

Secondo le fonti raccolte dal giornale, il confine tra uso medico e uso ricreativo sarebbe ormai sfumato. Persone vicine a Musk sarebbero preoccupate per i suoi sbalzi d’umore, per l’ossessione ad avere figli e per i potenziali effetti collaterali delle sostanze, soprattutto in un momento in cui il miliardario ha ottenuto accesso diretto all’amministrazione Trump, con carta bianca per intervenire sulla burocrazia federale.

La reazione di Musk: «Andiamo avanti»

Interpellato dai giornalisti alla Casa Bianca, Elon Musk ha liquidato la questione con un commento sprezzante: «Non è lo stesso giornale che ha inventato la bufala del Russiagate?», ha detto, evitando di entrare nel merito dell’inchiesta e cambiando subito argomento. Una risposta che non ha dissipato i dubbi, anzi ha rafforzato l’interesse su un tema tanto delicato.

La questione figli: natalismo, eugenetica e relazioni intrecciate

Un altro aspetto emerso dall’inchiesta riguarda la vita familiare complessa e caotica di Musk, padre di almeno 14 figli noti. La sua adesione alle teorie nataliste ed eugenetiche di Simone e Malcolm Collins lo avrebbe spinto a ricorrere alla fecondazione artificiale, portando alla nascita di numerosi figli da diverse donne: sei dalla prima moglie (uno deceduto), tre dalla cantante Grimes, due da Shivon Zilis (dirigente di Neuralink), e uno più recente, Romulus, avuto da Ashley St. Clair, influencer americana.

Secondo le fonti, né Grimes né Zilis erano a conoscenza degli ulteriori figli avuti da Musk, elemento che ha innescato tensioni e accuse di tradimento affettivo e opacità etica.

Conclusioni: un impero costruito su sabbie mobili?

L’inchiesta del New York Times apre interrogativi sullo stato psicofisico di Elon Musk, soprattutto considerando la sua influenza politica, tecnologica e culturale globale. In un mondo in cui Musk decide le sorti di aziende, governi e infrastrutture digitali, l’eventualità che possa essere condizionato da sostanze psicoattive solleva interrogativi profondi su responsabilità, trasparenza e potere.

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