OpenAI ha dichiarato che introdurrà presto il parental control per il suo chatbot ChatGPT, in risposta alle preoccupazioni legate all’uso dell’intelligenza artificiale da parte degli adolescenti. La decisione arriva dopo alcuni casi di suicidio segnalati negli Stati Uniti, che hanno sollevato un forte dibattito pubblico sull’impatto delle tecnologie digitali sulla salute mentale dei giovani.
L’azienda ha spiegato che, già dal prossimo mese, i genitori potranno collegare il proprio account a quello dei figli adolescenti, con la possibilità di gestire regole di utilizzo e controllare il tipo di risposte fornite dal sistema.
Maggiori protezioni per i minori
Secondo quanto comunicato, le nuove misure includeranno:
- sistemi di filtraggio più avanzati per bloccare contenuti sensibili;
- opzioni di configurazione che consentiranno ai genitori di personalizzare l’esperienza dei figli;
- monitoraggio delle conversazioni in cui potrebbero emergere segnali di disagio psicologico o comportamenti a rischio.
OpenAI ha anche sottolineato che il suo modello è già in grado di riconoscere se l’utente ha meno di 18 anni e che continuerà a rafforzare le protezioni dedicate a questa fascia di età.
Un nuovo approccio per la sicurezza
In passato, la società aveva adottato un modello di comportamento unico per tutti gli utenti. Con la diffusione di ChatGPT e le segnalazioni di utilizzo da parte dei più giovani, si è reso necessario sviluppare un approccio differenziato.
Tra le ipotesi future c’è anche la possibilità di permettere agli adolescenti di designare un contatto di emergenza di fiducia, da attivare in situazioni critiche, sempre sotto la supervisione dei genitori.
La risposta al dibattito sulla salute digitale
L’annuncio di OpenAI si inserisce in un contesto di crescente attenzione verso la sicurezza digitale dei minori. Dopo le accuse di alcuni genitori americani, che hanno denunciato la presunta influenza del chatbot su comportamenti a rischio, l’azienda ha deciso di intervenire in maniera più decisa.
Il nuovo parental control rappresenta quindi un passo avanti importante per tutelare gli adolescenti e rassicurare le famiglie, ma anche per consolidare la fiducia degli utenti in una tecnologia sempre più diffusa e centrale nella vita quotidiana.