📍 Luogo: Usa
Donald Trump torna al centro della scena internazionale con l’annuncio ufficiale: oggi alle ore 12 locali (le 18 in Italia) verranno inviate le prime lettere relative ai nuovi dazi commerciali imposti dagli Stati Uniti. Le misure colpiranno i Paesi considerati «allineati» al blocco dei Brics, con un incremento tariffario del 10% sulle importazioni. Il presidente statunitense, attraverso un post sul suo social Truth, ha dichiarato che non sono previste eccezioni.
La risposta dei leader dei Brics non si è fatta attendere. Riuniti a Rio de Janeiro, hanno diffuso una dichiarazione congiunta di condanna nei confronti della politica commerciale statunitense, definendo le nuove imposte «indiscriminate» e potenzialmente dannose per l’intera economia globale. I Paesi del blocco — tra cui Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica — hanno espresso «serie preoccupazioni» per l’aumento delle misure tariffarie unilaterali.
Le tensioni internazionali e il peso economico dei Brics
Il blocco dei Brics rappresenta oggi circa la metà della popolazione mondiale e il 40% della produzione economica globale. Sebbene al suo interno ci siano divisioni su diverse questioni geopolitiche, l’opposizione ai dazi americani si è rivelata un elemento unificante.
Nel contesto internazionale agitato dai recenti attacchi israelo-statunitensi contro l’Iran, la nuova politica tariffaria annunciata da Trump rischia di inasprire ulteriormente i rapporti tra Washington e le potenze emergenti.
Trump attacca Musk: «Disastro nelle ultime cinque settimane»
Parallelamente al confronto internazionale, Trump ha aperto un nuovo fronte interno, attaccando duramente Elon Musk e il suo America Party, un terzo partito appena lanciato. «Mi rattrista vedere Musk perdere il controllo e trasformarsi in un disastro nelle ultime cinque settimane», ha scritto l’ex presidente.
Trump ha inoltre criticato il progetto di Musk di creare una forza politica alternativa ai Repubblicani e ai Democratici. «Vuole anche lanciare un terzo partito che non ha mai avuto successo. Il sistema in vigore non li prevede». Il magnate ha poi lodato l’approvazione da parte dei repubblicani del “big beautiful bill”, una legge che abolisce i sussidi alle auto elettriche, misura a cui si era sempre opposto.
La replica di Musk: «Focus su Camera e Senato»
Elon Musk non è rimasto in silenzio. Attraverso i suoi canali social ha risposto senza nominare direttamente Trump, ma lasciando intendere un chiaro riferimento. «Sostenere un candidato alla presidenza non è escluso, ma l’attenzione nei prossimi 12 mesi sarà rivolta a Camera e Senato».
Il miliardario ha anche criticato le politiche fiscali promosse da Trump: «Che senso ha il Doge se vuole aumentare il debito di 5.000 miliardi?» ha scritto, riferendosi ironicamente al soprannome che usa per l’ex presidente. Sulle armi, Musk ha ribadito la posizione dell’America Party: «Il Secondo Emendamento è sacro».
Stati Uniti tra crisi interna e tensioni globali
La giornata del 7 luglio 2025 si preannuncia cruciale per gli equilibri internazionali e per la politica interna americana. Tra dazi imposti ai Brics e attacchi diretti a Elon Musk, Trump si conferma il protagonista indiscusso di una nuova fase di scontro economico e ideologico. Con le elezioni all’orizzonte e lo spettro di una guerra tariffaria globale, gli Stati Uniti si ritrovano al centro di una tempesta politica che potrebbe ridefinire l’assetto dei rapporti internazionali.