Alberto Stasi

Alberto Stasi rischia la revoca della semilibertà: ricorso in Cassazione per l’intervista a “Le Iene” non autorizzata

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Written by Irene Vitturri

30 Maggio 2025

📍 Luogo: Garlasco

Alberto Stasi, l’unico condannato per l’omicidio di Chiara Poggi, rischia di perdere il regime di semilibertà di cui gode dal 28 aprile 2025. La Procura generale di Milano, guidata da Francesca Nanni con la sostituta pg Valeria Marino, ha presentato ricorso in Cassazione contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza che aveva autorizzato la misura alternativa alla detenzione. Motivo della contestazione: un’intervista rilasciata a “Le Iene” senza autorizzazione, avvenuta durante un permesso per ricongiungimento familiare.

Secondo la Procura, l’episodio avrebbe dovuto essere valutato più severamente dai giudici di sorveglianza, in quanto configurerebbe una violazione delle prescrizioni imposte al detenuto.

Intervista senza autorizzazione: il nodo che può costare la semilibertà

L’intervista in questione, registrata il 22 marzo durante un permesso premio, è stata uno degli elementi critici sollevati dal pg nel corso dell’udienza del 9 aprile, quando era stata chiesta la revoca della misura. Il comportamento di Stasi, secondo l’accusa, non sarebbe coerente con la concessione della semilibertà. I giudici, invece, hanno dato ragione alla difesa, sottolineando che non vi sono state infrazioni accertate.

Il direttore del carcere di Bollate, Giorgio Leggieri, ha confermato in un documento ufficiale che l’intervista è avvenuta durante un periodo autorizzato. E che non si sono riscontrate violazioni delle prescrizioni. Una posizione condivisa anche dal collegio giudicante composto dai magistrati Caffarena, Gentile e due esperti, che avevano evidenziato i riscontri positivi dell’equipe carceraria e un comportamento ritenuto coerente con il percorso rieducativo.

Vita tra carcere e lavoro: il regime di semilibertà

Dal 28 aprile, Alberto Stasi esce ogni mattina per lavorare come contabile in un’azienda milanese e rientra in carcere dopo cena. Una condizione che segue il percorso di reinserimento sociale cominciato già nel 2023 con l’autorizzazione al lavoro esterno. In carcere da dieci anni, dopo la condanna definitiva del 2015, l’ex bocconiano si è sempre professato innocente, ma ha dimostrato — secondo i giudici — un atteggiamento conforme all’accettazione della pena, oltre che empatia verso la vittima.

Le parole di Stasi a “Le Iene”: sogni semplici e un futuro da costruire

Nel corso dell’intervista, Stasi aveva dichiarato: «Mi auguro che si possa arrivare alla verità, alla giustizia, per Chiara soprattutto, per la sua famiglia, per tutti quanti». Sul proprio futuro aveva aggiunto: «Ho progetti molto semplici, proprio da Mulino Bianco! Vorrei una famiglia classica, tranquillità, sogni piccoli ma importanti per me».

Parole che hanno riacceso l’attenzione mediatica sul caso Poggi e sulle condizioni detentive di Stasi, che presto potrebbe avanzare richiesta per l’affidamento in prova ai servizi sociali, un’altra misura alternativa alla detenzione.

La decisione della Cassazione: tempi lunghi, ma possibili ripercussioni

Ora sarà la Corte di Cassazione a doversi pronunciare sul ricorso. I tempi non saranno brevi, ma la sentenza potrebbe avere un impatto decisivo sul prosieguo della pena per Stasi. Se il ricorso venisse accolto, la semilibertà potrebbe essere revocata, costringendo il 41enne a un ritorno in carcere a tempo pieno.

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