Aurora Maniscalco

Aurora Maniscalco, nuova verità sull’hostess morta a Vienna. I testimoni: «Non si è buttata»

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Written by Irene Vitturri

1 Settembre 2025

📍 Luogo: Palermo

Non si placa il dolore e la ricerca della verità sulla tragica morte di Aurora Maniscalco, la hostess palermitana di 24 anni deceduta a Vienna nel giugno scorso dopo essere precipitata dal terzo piano di un’abitazione. La giovane si trovava nella capitale austriaca con il fidanzato, Elio Bargione, anch’egli palermitano, e secondo la versione ufficiale fornita inizialmente dalla polizia austriaca, si sarebbe trattato di un tragico incidente.

Ma oggi, a distanza di mesi, nuovi elementi riaprono il caso e gettano ombre pesanti su quanto accaduto quella sera.

Le testimonianze “riassunte” e mai ufficiali: dubbi sull’indagine

Emergono infatti dettagli sconcertanti dallo scambio di email tra gli avvocati della famiglia Maniscalco e quello austriaco. Secondo quanto reso noto, le due testimoni chiave indicate nel rapporto di polizia non avrebbero mai rilasciato deposizioni ufficiali. Una di esse, contattata dal legale, ha affermato di non aver visto Aurora gettarsi dal balcone, smentendo di fatto la ricostruzione ufficiale degli inquirenti austriaci.

Un particolare gravissimo: nel rapporto si fa solo riferimento a una sintesi delle loro parole, che però – stando a quanto confermato dagli stessi avvocati – non corrisponderebbe alla realtà.

La Procura di Palermo indaga: ipotesi di istigazione al suicidio

Nel frattempo, la Procura di Palermo ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di istigazione al suicidio, iscrivendo come atto dovuto il nome del fidanzato di Aurora, Elio Bargione, nel registro degli indagati. La sostituta procuratrice Ludovica D’Alessio ha disposto l’autopsia, eseguita l’11 luglio scorso, ma i familiari continuano a sollecitare ulteriori accertamenti, convinti che Aurora non si sia tolta la vita.

I sospetti della madre: «Segni di violenza e abrasioni sul corpo»

Ad aggiungere ulteriori inquietudini è stata la madre di Aurora, Giada Cucina, intervenuta in diretta alla trasmissione “Morning News” su Canale 5. La donna ha raccontato che la relazione della figlia con il compagno la preoccupava profondamente. In più occasioni, Aurora era tornata a casa con lividi sulle braccia, segni simili a calci e morsi.

Particolarmente scioccante la descrizione di alcune lesioni rilevate sul corpo della giovane: abrasioni che dal braccio sinistro si estendono al fianco e alla gamba, come se Aurora fosse stata trascinata a terra prima della caduta. Un dettaglio che contrasta nettamente con l’ipotesi di un salto volontario dal balcone.

La richiesta di giustizia: «Non vogliamo verità comode»

La famiglia Maniscalco, assistita dall’avvocato Alberto Raffadale, non si arrende e continua a chiedere verità e giustizia. Troppi i punti oscuri: dalle testimonianze mai rese ufficiali, al cellulare che potrebbe esserle stato toltoprima del decesso – Aurora infatti non rispose più ai messaggi della madre quella sera – fino al silenzio sulle reali condizioni fisiche della ragazza al momento della caduta.

Il caso, da oggi, non può più essere archiviato come una semplice fatalità. Troppe incongruenze, troppi dubbi che meritano risposte.

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