Chiara Poggi, il caso si riapre con nuovi reperti: due orecchini macchiati di sangue mai esaminati potrebbero contenere tracce del DNA del killer
Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi si arricchisce di nuovi, inquietanti elementi. La trasmissione “Chi l’ha visto?” ha rivelato che tra i reperti raccolti il giorno del delitto figurano due orecchini sporchi di sangue mai analizzati. Secondo la genetista Marina Baldi, potrebbero contenere il DNA del killer.
I due orecchini insanguinati mai esaminati
Tra gli oggetti ritrovati accanto al corpo di Chiara Poggi nella sua abitazione a Garlasc, figuravano due orecchini con tracce ematiche. Uno era addirittura vicino alla scala. Eppure, nonostante la potenziale rilevanza investigativa, non sono mai stati sottoposti ad analisi genetiche.
Le parole della genetista Marina Baldi
«Molto probabilmente si tratta del sangue di Chiara», ha affermato la genetista Marina Baldi durante la trasmissione, «ma potrebbe esserci anche il DNA di chi l’ha afferrata o aggredita. Vanno sicuramente analizzati». Tuttavia, resta il dubbio se quei reperti esistano ancora o siano andati perduti.
Altri reperti mai analizzati
Oltre agli orecchini, tra i reperti non esaminati figurano un cucchiaino ricco di DNA – che avrebbe potuto rivelare con chi Chiara fece colazione – dei braccialetti e un orologio imbrattato. Elementi che, oggi, potrebbero avere un peso fondamentale per fare chiarezza.
Le ricerche sulla pedofilia a Garlasco
Un altro fronte aperto è quello delle ricerche che Chiara stava conducendo poco prima della sua morte. Su una chiavetta USB salvò documenti e materiali relativi a casi di presunta pedofilia avvenuti proprio nella zona di Garlasco, in particolare legati al Santuario della Bozzola.
L’ipotesi della “testimone scomoda”
Durante “Chi l’ha visto?”, è emersa anche la testimonianza di un latitante secondo cui Chiara Poggi avrebbe scoperto un giro di abusi e avrebbe voluto denunciarlo. Se confermata, questa pista cambierebbe radicalmente la narrazione del caso, gettando nuove ombre su un possibile movente.
Un mistero ancora irrisolto
Dopo quasi due decenni, il delitto di Garlasco non ha ancora una verità definitiva. Le nuove piste, i reperti dimenticati e i documenti mai analizzati riportano al centro dell’attenzione un caso che continua a dividere l’opinione pubblica.
La richiesta di nuovi approfondimenti
Le parole della conduttrice Federica Sciarelli e della genetista Baldi riaccendono l’attenzione su una vicenda che, forse, ha ancora molto da dire. Le analisi sui reperti potrebbero rivelare elementi decisivi e riscrivere la storia giudiziaria di uno dei casi più discussi in Italia.