📍 Luogo: Roma
Si è conclusa nel peggiore dei modi la vicenda di Emanuela Ruggeri, la donna di 32 anni scomparsa da Colli Anienelo scorso 15 luglio. Il suo corpo senza vita è stato ritrovato nella serata di ieri, 22 luglio 2025, in via del Mandrione, in una zona periferica della Capitale. A dare l’allarme è stato un passante che ha notato il cadavere tra i cespugli. Il corpo era in avanzato stato di decomposizione.
La scomparsa da Colli Aniene e la tragica scoperta
Emanuela era scomparsa nel nulla lasciando nel dolore e nell’angoscia la sua famiglia, in particolare la madre, che aveva lanciato un accorato appello sui social: «Aiutatemi, sono una mamma disperata». Da quel 15 luglio non si erano più avute notizie. Ieri, l’amara conferma: il ritrovamento del corpo e la successiva identificazione grazie ai documenti contenuti nella borsa e ai tatuaggi.
L’ipotesi overdose e le indagini della Procura
La giovane, secondo quanto riportato, era seguita da un SerD per problemi di dipendenza da eroina, e l’ipotesi più accreditata al momento è quella del decesso per overdose. Tuttavia, non essendo state trovate siringhe accanto al corpo, gli inquirenti non escludono altre piste.
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per “morte come conseguenza di altro reato”. Il caso è seguito dalla pm Giulia Guccione, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Cascini. Saranno fondamentali i risultati dell’autopsia e dell’esame tossicologico, già affidati ai medici legali del Policlinico di Tor Vergata.
Il mistero del cellulare scomparso
Un dettaglio inquietante riguarda il cellulare di Emanuela Ruggeri, che non è stato ritrovato accanto al corpo. Questo elemento rappresenta un tassello centrale nelle indagini, poiché potrebbe contenere informazioni preziose sugli ultimi spostamenti e contatti della donna. Gli inquirenti stanno ora analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona per ricostruire le ultime ore della 32enne.
Una morte che scuote la periferia romana
Il ritrovamento del corpo in via del Mandrione, in una zona spesso marginalizzata e dimenticata, ha scosso l’intera comunità. Emanuela era tornata a vivere con i genitori proprio a inizio anno, nel tentativo di riprendere in mano la sua vita. Una battaglia difficile, fatta di cadute e tentativi di risalita. La sua morte lascia aperti molti interrogativi e un dolore profondo per chi le voleva bene.