📍 Luogo: Bologna
La morte di Giuseppe Marra, 59 anni, avvenuta nel suo appartamento di via Zanolini, a Bologna, si tinge sempre più di giallo. L’uomo, trovato senza vita martedì 28 maggio, sarebbe stato aggredito dopo una serata trascorsa in compagnia della moglie Lorenza Scarpante, 56 anni, con la quale avrebbe assunto sostanze stupefacenti. Oggi la donna è in carcere con l’accusa di omicidio aggravato, ma continua a dichiararsi innocente. Gli inquirenti, però, non credono alla sua versione dei fatti.
La versione della moglie di Giuseppe Marra e le prime incongruenze
Lorenza Scarpante ha dichiarato agli investigatori di essersi svegliata e di aver trovato il marito già privo di sensi sul pavimento, senza ricordare nulla della notte precedente. Secondo il suo racconto, la sera prima avevano fatto uso di marijuana, cocaina, pasticche e alcol, e lei si sarebbe coricata attorno alla mezzanotte.
Tuttavia, i rumori e i tonfi avvertiti dai vicini attorno alle 3 del mattino, coincidono con l’orario della morte accertato dal medico legale. Inoltre, non sono stati trovati segni di effrazione, né risultano oggetti rubati in casa. Questo escluderebbe la presenza di un aggressore esterno e rafforza i sospetti nei confronti della moglie, unica presente nell’abitazione.
Omicidio Giuseppe Marra – Gli schizzi di sangue e l’arma mancante
Durante il sopralluogo, i carabinieri hanno rilevato tracce di sangue sugli spigoli dei muri. Una delle ipotesi al vaglio è che l’uomo, in preda a un malore dovuto alle sostanze, sia caduto e la moglie lo abbia poi colpito intenzionalmente, sbattendogli il capo contro le pareti.
Un elemento cruciale che lascia perplessi gli investigatori è l’assenza dell’arma del delitto, che al momento non è stata rinvenuta. Il corpo presentava segni di violenza compatibili con un’aggressione fisica diretta, ma si attendono gli esiti dell’autopsia per chiarire le modalità della morte.
I litigi e il passato della coppia
Giuseppe Marra e Lorenza Scarpante, entrambi originari di Aosta, gestivano insieme un negozio di cannabis light a Bologna. La coppia aveva avuto un passato turbolento, segnato da frequenti liti, nonostante un recente tentativo di riconciliazione. I vicini confermano tensioni ricorrenti tra i due, spesso udibili anche dall’esterno.
Nella serata dell’aggressione non erano presenti altre persone nell’appartamento. Secondo gli inquirenti, tutti gli elementi raccolti finora puntano verso un gesto violento e impulsivo da parte della donna, forse sotto l’effetto delle sostanze assunte.
Le indagini in corso e i prossimi passi
Attualmente, Lorenza Scarpante si trova in carcere in attesa dell’udienza di convalida del fermo. Ha cambiato legale ed è ora assistita dall’avvocato Chiara Rizzo, che ha nominato come consulente medico-legale la tossicologa Elia Del Borrello.
Sono stati disposti accertamenti sui dispositivi elettronici della coppia, tra cui pc e smartphone, per cercare ulteriori elementi utili a chiarire il movente e la dinamica dell’omicidio. Le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Bologna continuano senza sosta per fare luce su questa vicenda ancora piena di punti oscuri.