📍 Luogo: Trieste
A quasi tre anni e mezzo dalla tragica morte di Liliana Resinovich, il caso che ha sconvolto Trieste e l’Italia intera continua a far discutere. Ora è il marito Sebastiano Visintin, indagato per omicidio volontario, a rompere il silenzio, tornando nella sua casa triestina e rilasciando dichiarazioni ai microfoni di Tele4.
«Io non ho ucciso Liliana, non ho niente a che fare con la sua morte», ha detto Visintin, rispondendo con fermezza alle domande dei giornalisti mentre era alla guida della sua auto. «Sono felice di essere a Trieste, una città meravigliosa dove sono arrivato nel 1995».
«Vivo alla giornata. Se ci sarà un processo, io sono a disposizione»
Visintin ha spiegato di non sentirsi “già condannato”, pur essendo da tempo al centro di un’inchiesta che ha assunto contorni sempre più complessi. «Vivo alla giornata, non penso a ieri né a domani. Se ci sarà un processo, io sono qua, a disposizione». E ancora: «Sto vivendo un dramma da tre anni e mezzo che non auguro a nessuno. Ma, come dicevo sempre a Liliana, la vita è bella».
Quando gli viene chiesto se ritiene che Liliana sia stata uccisa o si sia tolta la vita, Visintin risponde: «Non sta a me dirlo, ci sono i consulenti, ci sono i miei avvocati». Sul presunto autore dell’omicidio: «Non voglio dire chi è stato. Ci penseranno gli avvocati».
Liliana Resinovich – Sequestrati altri coltelli: nuovi elementi nelle indagini
Le indagini della Procura di Trieste, coordinate dalla PM Ilaria Iozzi, si arricchiscono di nuovi elementi. Dopo il sequestro di armi bianche nella perquisizione dell’8 aprile scorso, sono emersi altri tre coltelli appartenenti a Visintin, che due anni fa avrebbe regalato a un conoscente residente in Toscana. L’uomo, dopo aver appreso dai media del sequestro, si è presentato spontaneamente alla Procura, rivelando di essere in possesso delle lame e consentendone il sequestro.
Va precisato che sul corpo di Liliana Resinovich, ritrovato il 14 dicembre 2021 in un boschetto nei pressi di Trieste, non sono stati riscontrati segni di ferite da arma da taglio. Tuttavia, il ritrovamento e la tracciabilità di questi coltelli rappresentano un elemento che la Procura ritiene importante per il quadro indiziario.
Liliana Resinovich – in attesa dell’incidente probatorio e della testimonianza di Claudio Sterpin
La prossima tappa dell’inchiesta potrebbe essere l’incidente probatorio richiesto dalla Procura, in cui verrà ascoltato Claudio Sterpin, amico molto vicino a Liliana, la cui testimonianza potrebbe rivelarsi decisiva per chiarire alcuni aspetti oscuri della vicenda. La decisione è attesa nei prossimi giorni dalla GIP Flavia Mangiante.
Intanto, la città di Trieste osserva con apprensione l’evolversi di un’indagine che, a distanza di anni, non ha ancora una verità definitiva, ma continua a suscitare forti emozioni e domande senza risposta.