📍 Luogo: Torino
Torino è stata scossa da una nuova tragedia sul lavoro: un operaio di 69 anni ha perso la vita stamani, cadendo dal cestello di una gru lungo via Genova, a Torino. Un collega, presente al momento dell’incidente, è rimasto ferito e ricoverato in stato di shock. Il dramma ha riportato all’attenzione della città la gravità degli incidenti sul lavoro e la necessità urgente di rafforzare la sicurezza in cantieri e luoghi di lavoro.
L’incidente fatale in via Genova
Secondo le prime ricostruzioni, questa mattina intorno alle 7:30 l’operaio stava lavorando su un cestello di una gru all’altezza del civico 87 di via Genova, nel quartiere Lingotto. All’improvviso, il cestello ha ceduto, precipitando nel vuoto da oltre 12 metri. Il lavoratore è caduto e ha riportato ferite gravissime. I soccorritori del 118 e i carabinieri della stazione Lingotto, insieme agli ispettori del servizio Spresal, sono intervenuti tempestivamente, ma purtroppo non è stato possibile salvargli la vita.
Un collega di 70 anni, che si trovava alla base della gru, ha assistito alla caduta ed è stato trasportato alle Molinette in stato di choc, ma non sarebbe in pericolo di vita.
Il lavoro e la vita di un 69enne in corsa con il tempo
L’operaio deceduto aveva 69 anni: un’età in cui molti già guardano al pensionamento, eppure era ancora al lavoro, segnale evidente di dedizione o necessità. Negli ultimi anni, molti lavoratori più anziani hanno scelto o dovuto continuare a lavorare per motivi economici o per attaccamento alla propria professionalità. Questo tragico incidente riporta al centro il tema del lavoro in età avanzata e delle condizioni fisiche richieste negli ambienti più rischiosi.
La storia di via Genova: già teatro di tragedie
Via Genova è da tempo una sorta di “strada maledetta” per gli incidenti sul lavoro con le gru. Nel dicembre 2021, lo stesso tratto di strada fu teatro della morte di tre montatori – Filippo Falotico (20 anni), Roberto Peretto (52) e Marco Pozzetti (54) – precipitati da un’altezza di 40 metri mentre assemblavano una torre edile. Quella tragedia sollevò un dibattito su regole, formazione e controllo nei cantieri, ma evidentemente alcune criticità non sono state risolte.
Le indagini in corso
Carabinieri e Spresal stanno lavorando per accertare cause e responsabilità. Indagheranno sulla manutenzione della gru, sulle condizioni di utilizzo, sull’addestramento del personale e sull’assolvimento delle norme di sicurezza. Verranno raccolte testimonianze, analizzati i registri aziendali e verificata la conformità alle norme antinfortunistiche.
Il dolore di una comunità e delle famiglie
Il tragico evento ha lasciato un segno profondo nella comunità torinese. Tra colleghi, amici e conoscenti, la notizia ha suscitato sgomento e dolore. Chi lavorava con lui lo descrive come una persona seria, esperta, presente da sempre nei cantieri. In un periodo in cui l’argomento delle morti bianche torna prepotentemente alla ribalta, il volto di un 69enne caduto da una gru ha il peso di un grido di allarme da non ignorare.
Il tema della sicurezza sul lavoro: un’urgenza costante
Ogni incidente sul lavoro ricorda che le norme, da sole, non bastano. Serve un cambio di cultura. Ridurre i rischi, garantire manutenzione e percorsi formativi, coinvolgere le aziende in processi di prevenzione trasparenti: tutto questo è indispensabile. La precarietà, la pressione sui tempi e la carenza di verifica amplificano il pericolo, soprattutto su impianti complessi come le gru.
Morti bianche in Italia, un bilancio inquietante
In questo inizio 2025, l’Inail ha già denunciato centinaia di infortuni mortali nel nostro Paese, molti dei quali avvenuti nel settore edile o su mezzi pesanti. Tra questi, una quota preoccupante riguarda lavoratori con esperienza e anziani, che, pur essendo meno ricattabili, risultano più fragili rispetto a cadute o movimenti bruschi. L’Italia continua a pagare un prezzo alto per carenze strutturali nella sicurezza.
Le parole d’ordine: formazione, controllo e cultura della tutela
Non servono solo ispezioni a campione o sanzioni: servono controlli costanti, verifica periodica delle attrezzature e impianti, formazione continua, responsabilizzazione attiva del lavoratore. Dovrebbe essere una priorità per ogni azienda, e un diritto per ogni lavoratore. La cultura della tutela non è un optional: è l’unico argine al rischio.
Una tragedia evitabile
L’incidente mortale di questa mattina a Torino ci porta con forza a riflettere. Un operaio di 69 anni che perde la vita cadendo da una gru non è un “dettaglio”, è una tragedia che parla al cuore di tutti: comunità, imprenditori, istituzioni. Serve impegno collettivo, spazio al diritto alla sicurezza sul lavoro, e rispetto per chi ancora oggi, a 69 anni, lavora con responsabilità e dignità.