Il bonus mamme 2025 potrebbe presto subire un’importante trasformazione. Il governo sta valutando una revisione del sistema di detrazioni per le madri lavoratrici, con l’obiettivo di incentivare l’occupazione femminile e sostenere in modo più incisivo le famiglie numerose. L’ipotesi sul tavolo prevede la sostituzione delle attuali detrazioni individuali con un sistema fiscale a scaglioni, parametrato al numero dei figli.
Secondo le anticipazioni, la nuova scala partirebbe da 2.500 euro per il primo figlio, salendo a 7.500 euro con il secondo, 12.500 euro con il terzo e fino a 17.500 euro con il quarto figlio. La detrazione verrebbe riconosciuta esclusivamente alla madre, salvo i casi in cui questa risulti incapiente: in quel caso, il beneficio passerebbe al padre.
Un’ipotesi ancora in fase di studio
È importante sottolineare che si tratta al momento di una proposta in fase di elaborazione, destinata a entrare eventualmente nella prossima Legge di Bilancio 2025. I tecnici del governo stanno valutando l’impatto economico della misura e la compatibilità con le risorse disponibili, considerando che parte del bilancio è già destinata ad altri interventi, come la riduzione dell’Irpef per il ceto medio, che comporta il taglio del secondo scaglione dal 35% al 33%.
Potenziamento degli asili nido e nuove modalità di richiesta
In parallelo alla rimodulazione del bonus mamme, l’esecutivo intende ampliare l’offerta di asili nido, rendendo più semplice l’accesso ai servizi per l’infanzia. Un altro cambiamento riguarda la modalità di richiesta del contributo: non sarà più necessario passare per il datore di lavoro, ma le lavoratrici dovranno presentare la domanda direttamente all’INPS, semplificando il processo.
Le novità introdotte con l’ultima manovra
Già l’ultima legge di Bilancio ha modificato il sistema delle detrazioni: dal 2025, i contribuenti con reddito superiore ai 75.000 euro dovranno considerare due parametri, ovvero il reddito complessivo e il numero di figli fiscalmente a carico. La soglia massima della detrazione è stata fissata a 14.000 euro per chi dichiara tra i 75.000 e i 100.000 euro, e scende a 8.000 euro per chi supera i 100.000 euro annui.
I nuovi 40 euro mensili per le madri lavoratrici
Parallelamente, il governo ha aumentato a 480 milioni di euro le risorse destinate alle madri lavoratrici, come annunciato dalla ministra del Lavoro Elvira Calderone. Dal 2025, le lavoratrici con due figli a carico riceveranno 40 euro al mese per 12 mesi, erogati in un’unica soluzione a dicembre. L’importo sarà esente da contributi previdenziali, garantendo un aumento netto.
Per le madri con tre o più figli e contratto a tempo indeterminato, resterà in vigore l’esonero contributivo fino a 3.000 euro l’anno, confermato fino al 2026. Anche le lavoratrici con contratto a tempo determinato, autonome o professioniste potranno beneficiare del bonus da 480 euro annui, sempre erogato a dicembre.
I requisiti per accedere al bonus mamme 2025
Per ricevere il contributo, resta il limite massimo di reddito annuo di 40.000 euro. Il beneficio si applica esclusivamente alle madri lavoratrici (esclusi i rapporti di lavoro domestico), con figli fino ai 10 anni. Le lavoratrici che rientrano nei requisiti dovranno presentare domanda direttamente all’INPS, semplificando le modalità di accesso.
Le critiche dell’opposizione
Non sono mancate polemiche. L’opposizione, in particolare il Partito Democratico, ha duramente criticato l’origine dei fondi destinati al bonus mamme. Il deputato Marco Furfaro ha denunciato il fatto che 13 milioni di euro siano stati sottratti al Fondo per la povertà per finanziare questo sostegno, definendolo “un contentino”, frutto di una scelta politica che “nega aiuto a chi è in povertà assoluta” per premiare solo chi lavora e ha figli.