Il Bonus Nido 2025 sta creando numerose difficoltà alle famiglie italiane. A causa della circolare INPS n.1165 del 4 aprile 2024, sono stati introdotti nuovi criteri di eleggibilità che hanno causato il blocco di migliaia di pratiche. In particolare, il rimborso delle rette è ora consentito solo se il richiedente è lo stesso che ha effettuato il pagamento. Una modifica che ha effetto retroattivo sulle domande relative all’anno 2024 e che molti genitori ignoravano.
Le differenze rispetto allo scorso anno
Nel 2023, la normativa era meno rigida: bastava che uno dei genitori pagasse, anche se a fare domanda era l’altro. Oggi non è più così. Il pagamento della retta deve essere effettuato dallo stesso genitore che ha inoltrato la domanda, e le fatture devono essere intestate a lui o lei.
Bonus Nido: domande accolte ma rimborsi fermi
Numerose famiglie segnalano che le proprie richieste sono state accettate ma risultano ferme allo stato “In lavorazione”, senza che alcun pagamento sia stato effettuato. A complicare ulteriormente la situazione è la mancanza di comunicazioni chiare da parte dell’INPS: la circolare è stata pubblicata online, ma non sono stati inviati avvisi diretti ai beneficiari. Anche CAF e patronati lamentano di non essere stati informati tempestivamente.
Nessun problema di fondi: il nodo è burocratico
L’INPS ha precisato che non ci sono problemi di budget: i fondi sono regolarmente stanziati. Tuttavia, la verifica documentale, ora più stringente e manuale, ha rallentato notevolmente i tempi di pagamento. Ogni domanda viene controllata singolarmente, e qualsiasi incongruenza può bloccare l’intera procedura.
Quando ripartono i rimborsi del Bonus Nido
Secondo indiscrezioni provenienti da ambienti INPS, i primi pagamenti potrebbero partire tra fine luglio e inizio agosto 2025, ma solo per le domande con documentazione perfetta. Per tutte le altre, con errori nei nominativi o nei versamenti, si prospettano nuove verifiche o addirittura il respingimento della pratica.
Come evitare problemi: i consigli dell’INPS
Per non rischiare ulteriori ritardi o il rifiuto del bonus, l’INPS consiglia ai richiedenti di:
- Verificare che fatture e ricevute siano intestate al richiedente del bonus;
- Accertarsi che i pagamenti siano partiti da conti o carte intestate allo stesso soggetto;
- Allegare documentazione completa, con dati del minore, dell’ente scolastico, codice fiscale e mensilità coperte;
- Controllare che l’ISEE minorenni sia valido e presente nella domanda;
- Indicare chiaramente per quali mesi si chiede il rimborso, con relative quietanze.
Cos’è il Bonus Nido e a chi spetta
Il Bonus Nido è un’agevolazione economica dedicata alle famiglie con figli fino a 3 anni di età, per sostenere le spese di asilo nido o, in caso di patologie gravi, i servizi domiciliari. Il bonus si può richiedere dal 1° gennaio al 31 dicembre 2025.
Per l’anno in corso, l’importo può variare da 1.500 euro a 3.600 euro, a seconda del valore dell’ISEE familiare. Il contributo copre fino a 11 mensilità, ma non può superare la cifra realmente versata dal genitore. Vengono rimborsate rette, tasse scolastiche e pasti.
Come fare domanda per il Bonus Nido 2025
La domanda va inviata tramite il sito inps.it, accedendo con SPID, CIE o CNS. Nella barra di ricerca va digitato “Bonus Nido” e selezionata la voce “Bonus asilo nido e forme di supporto presso la propria abitazione”. È possibile scegliere l’erogazione a rate (fino a 11 mesi) o in un’unica soluzione, purché entro il 31 dicembre.
Attenzione alla scadenza del 31 luglio 2025 per l’invio delle ricevute delle rette pagate nel 2024: chi non invia la documentazione entro quella data rischia di perdere il beneficio.