📍 Luogo: Campania
Nel corso degli Stati Generali della Cultura della Campania 2025, il presidente Vincenzo De Luca è tornato con forza sulla questione del terzo mandato, difendendo con decisione la possibilità per i governatori regionali di ricandidarsi oltre i due mandati previsti dalla legge.
«C’è un’ipocrisia insopportabile: si grida alla concentrazione di potere, ma nessuno parla di limite di mandato per deputati, senatori, ministri o persino il Presidente della Repubblica», ha dichiarato. De Luca ha sottolineato che il potere oggi è fortemente regolato da leggi e controlli, e che la figura del governatore non ha più poteri monocratici di quanti ne abbia un sindaco o un consigliere comunale. «Il Papa non ha più potere monocratico, figuriamoci un presidente di Regione», ha aggiunto ironicamente.
De Luca e il paragone con Napolitano e De Mita
Il presidente della Regione Campania ha poi scherzato sul suo futuro politico: «Noi siamo qui sulla linea Napolitano-De Mita, campiamo cent’anni e abbiamo almeno altri 25 anni davanti». Un’affermazione che ha fatto sorridere la platea del teatro Bellini, ma che ha anche ribadito l’intenzione di De Luca di rimanere in politica ancora a lungo, nonostante le polemiche sul tema del terzo mandato.
Referendum, De Luca: «Sconfitta netta e contenuti astrusi»
Durante il suo consueto appuntamento social del venerdì, Vincenzo De Luca ha bocciato senza mezzi termini l’esito dei referendum, definiti una «sconfitta netta e chiara» per i promotori. «Hanno votato dodici, tredici milioni di persone, ma il dato è evidente: i quesiti erano astrusi, e alcuni addirittura controproducenti», ha affermato.
Secondo De Luca, le letture “arzigogolate” dei risultati non cambiano la sostanza di quanto accaduto. «La campagna referendaria si chiude con un mezzo disastro. Punto», ha tagliato corto, criticando la strategia comunicativa di chi ha promosso i quesiti.
De Luca sull’Israele e il rischio guerra globale
Ma non solo politica interna. De Luca ha espresso profonda preoccupazione per la situazione geopolitica internazionale, riferendosi ai raid israeliani contro l’Iran. «Stiamo scivolando verso una situazione di non ritorno, in cui l’inerzia delle tensioni internazionali può condurre a una guerra globale», ha dichiarato.
Il governatore campano ha messo in dubbio la legittimità degli attacchi israeliani: «Perché Israele ritiene di avere il diritto di bombardare l’Iran? Tel Aviv dispone, secondo fonti occidentali, di almeno cento testate nucleari da vent’anni». Ha poi puntato il dito contro le politiche del governo Netanyahu: «Radere al suolo Gaza, negando la nascita di uno Stato palestinese, porterà a un genocidio e alla diffusione globale di nuove forme di terrorismo».
L’appello alla diplomazia: «Non lasciamo un mondo invivibile»
Concludendo il suo intervento, De Luca ha lanciato un appello alla comunità internazionale, chiedendo un ritorno alla diplomazia e alla responsabilità: «Saremo ricordati come quelli che hanno lasciato ai figli un mondo invivibile. Serve buon senso, non arroganza militare».
Le sue parole, pur con i toni accesi che lo contraddistinguono, riflettono un invito alla riflessione in un momento storico di forte instabilità. Il presidente campano non ha mancato, ancora una volta, di fare sentire la sua voce nel dibattito politico e sociale nazionale e internazionale.