L’affluenza definitiva al referendum 2025 si ferma intorno al 30%, ben lontana dalla soglia necessaria per rendere validi i risultati delle consultazioni. I cittadini italiani erano chiamati a esprimersi su cinque quesiti referendaririguardanti il lavoro e la cittadinanza, ma la partecipazione non ha superato il 50%+1 degli aventi diritto, quorum minimo richiesto per l’approvazione delle proposte.
Referendum 2025: affluenza insufficiente, consultazione nulla
Nonostante l’ampia campagna informativa e il coinvolgimento di partiti, sindacati e associazioni, la partecipazione popolare non ha raggiunto i livelli auspicati. I dati parziali confermano un’affluenza che si attesta attorno al 30%, rendendo di fatto non validi i risultati del referendum.
Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha espresso la propria delusione in conferenza stampa:
“Il nostro obiettivo era il quorum, ed è chiaro che non lo abbiamo raggiunto. Non è una giornata di vittoria, ma i problemi sollevati rimangono”.
Magi (+Europa): “Aboliamo il quorum, è un ostacolo alla democrazia”
Tra i primi a commentare l’esito del voto, il leader di +Europa, Riccardo Magi, ha dichiarato:
“Ha vinto l’astensionismo organizzato. Il quorum è divenuto un ostacolo alla democrazia. Proporremo di abolirlo”.
Una posizione che ha trovato eco anche in ambienti progressisti, i quali leggono l’alta astensione come un sintomo di disillusione politica, più che un reale disinteresse per i temi trattati nei quesiti.
Salvini: “Una sconfitta per la sinistra”
Dall’altro lato dell’arco politico, il leader della Lega Matteo Salvini ha parlato di un’enorme sconfitta per le forze progressiste:
“Una sinistra che non ha più idee né credibilità. Hanno perso perché non hanno saputo parlare al Paese”.
Il risultato del referendum viene così letto anche in chiave di equilibrio politico, alimentando il confronto in vista delle prossime tornate elettorali.
Boccia (Pd): “15 milioni di elettori, quanto il centrodestra”
A difendere l’utilità della consultazione è Francesco Boccia, capogruppo del Pd al Senato, che durante la Maratona Mentana su La7 ha sottolineato:
“In 15 milioni sono usciti di casa per votare. Va rispettato questo fronte sociale unito e coeso, che in termini numerici vale quanto il centrodestra”.
Boccia ha poi ricordato che la premier Meloni è stata eletta con circa 12,3 milioni di voti, mentre al referendum hanno partecipato ben 14 milioni di italiani, più i voti degli italiani all’estero.
La Russa: “Il campo largo non esiste più”
Duro il commento del presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha colto l’occasione per attaccare le forze di opposizione:
“Hanno tentato di trasformare questo referendum in una vicenda interna di partito. Hanno sprecato milioni di euro per una battaglia tra Schlein e i suoi oppositori. Ora è chiaro: il campo largo non esiste più”.
Secondo La Russa, le forze di opposizione avrebbero dovuto concentrarsi su una proposta chiara e condivisa, anziché usare il referendum come strumento politico.
Il futuro dei referendum in Italia
Il risultato del referendum 2025, fallito per mancato raggiungimento del quorum, riapre il dibattito sullo strumento referendario in Italia. Sempre più voci chiedono una revisione del meccanismo, in particolare per eliminare il quorum, giudicato da molti anacronistico e antidemocratico. Resta ora da capire se questa sconfitta politica si tradurrà in una spinta riformatrice o in un ulteriore disaffezionamento verso la partecipazione democratica.