Salvini commenta l’ipotesi di migranti italiani a Guantanamo: “Se Trump garantisce la sicurezza fa solo il suo lavoro”
Il leader della Lega Matteo Salvini ha commentato l’ipotesi, ventilata da Donald Trump, di inviare alcuni migranti a Guantanamo. Tra questi migranti potrebbero esserci anche italiani. A margine del convegno della Lega sul decreto sicurezza, tenutosi in sala Koch al Senato, Salvini ha risposto ai cronisti con parole che non mancheranno di far discutere.
Salvini su Trump e Guantanamo: “Fa il suo mestiere”
“Non ne so nulla, però se il presidente degli Stati Uniti garantisce la sicurezza degli USA fa il suo mestiere. Quindi mi stupisco dello stupore”. Con queste parole Matteo Salvini ha liquidato la polemica relativa all’annuncio di Trump. La polemica riguarda il possibile trasferimento di migranti, tra cui anche cittadini italiani, nella base carceraria di Guantanamo.
Il contesto: il convegno sul decreto sicurezza al Senato
Le dichiarazioni del vicepremier sono arrivate a margine di un evento organizzato dalla Lega. L’evento si è tenuto nella sala Koch del Senato, dedicato al tema del nuovo decreto sicurezza. Un contesto istituzionale nel quale Salvini ha ribadito la necessità di una linea dura contro l’immigrazione illegale. Inoltre, ha sottolineato la necessità di maggiore tutela dei confini nazionali.
Un’ipotesi che agita la politica italiana
L’idea, rilanciata da ambienti vicini alla campagna elettorale di Trump, suggerisce che alcuni migranti italiani potrebbero essere trasferiti a Guantanamo. Questo ha sollevato interrogativi e polemiche nel dibattito politico italiano. Ma per Salvini non ci sarebbe nulla di cui stupirsi, se l’intento è quello di proteggere la sicurezza nazionale statunitense.
Le reazioni attese nei prossimi giorni
Non sono ancora arrivate risposte ufficiali da parte del governo italiano o dal Ministero degli Esteri. Tuttavia, le parole di Salvini aprono di fatto il dibattito interno sulla gestione dell’immigrazione e sul rapporto con le politiche estere degli Stati Uniti. Questo avviene in un momento di crescente tensione geopolitica.