È morto poco dopo un intervento chirurgico Luciano Sandrin, 76 anni, spettatore arrivato da Trento per assistere a una gara di rally. La tragica dinamica si è consumata durante una Prova Speciale, quando una delle auto in corsa è uscita fuori strada ed è finita contro un muro di recinzione. Il muro è crollato parzialmente, travolgendo Sandrin, che stava vicino a quella barriera.
Arrivato in ospedale in condizioni gravissime, è stato sottoposto a un’operazione d’urgenza ma non ha sopravvissuto. Luciano Sandrin era lo zio di uno dei piloti della gara, ed era presente per sostenerlo, come tanti appassionati, ignaro del pericolo che stava per scatenarsi.
Prova speciale e uscita di pista
Durante la Prova Speciale, una vettura ha perso il controllo – le cause esatte non sono ancora state chiarite – uscendo dalla traiettoria prevista. L’impatto è avvenuto contro un muro di recinzione che delimitava la prova: la violenza dell’urto ha causato il cedimento parziale della barriera. Luciano si trovava nei pressi di quella recinzione, probabilmente in un punto considerato “sicuro” da molti spettatori, ma che si è rivelato vulnerabile al cedimento della struttura.
Il soccorso e l’operazione
Soccorritori e sanitari sono intervenuti tempestivamente: Sandrin è stato trasportato in ospedale – il luogo non specificato nel dettaglio pubblico – e si è tentato un intervento chirurgico urgente per le gravi lesioni riportate. Tuttavia, durante l’operazione, è deceduto. La situazione clinica era critica al momento del ricovero.

Il profilo di Luciano Sandrin
Aveva 76 anni, viveva a Trento e si trovava alla gara in veste di spettatore e parente: era lo zio di uno dei piloti partecipanti. Non era uno spettatore occasionale, ma parte del tessuto familiare dell’evento. La sua partecipazione alla gara testimonia quanto il mondo delle corse non sia solo competizione, ma anche comunità, passione condivisa, famiglia.
Riflessioni sulla sicurezza degli spettatori
Questo incidente mette in luce una questione critica: quanto siano sicuri i punti di osservazione per il pubblico nei rally. Barriere, muri di recinzione, distanze rispetto al percorso di gara, protocolli di sicurezza, valutazione del rischio in curva, in uscita di pista, nei tratti dove è possibile l’uscita incontrollata di una vettura.
L’esperienza insegna che, anche in presenza di misure preventive formali, possono esserci punti deboli: materiali delle barriere, condizioni del muretto, distanze sottovalutate, posizione del pubblico. Che siano pressi di recinzione, muretti, spazi sopraelevati o zone panoramiche, ogni barriera ha un limite. E quando viene superato, le conseguenze sono drammatiche.
Impatto emotivo e comunitario
La morte di Luciano Sandrin ha scosso non solo la famiglia e il mondo del rally, ma anche gli spettatori presenti, gli organizzatori, i piloti. È uno spettatore amato, parente di un concorrente, ed era presente per sostenere, non per assistere a rischi. Chi lo conosce parla di lui come appassionato, sostegno familiare. Ora resta commozione, richieste di risposte e probabilmente inchieste tecniche e legali.
Luciano Sandrin non tornerà più allo spettacolo che amava: la sua morte è un monito per tutti — organizzatori, federazioni, autorità — a prendere sul serio la sicurezza anche nei dettagli che spesso si danno per scontati. L’amore per la velocità non può cancellare l’obbligo della cautela. E una gara non è davvero completa finché ogni spettatore è sicuro, non solo appassionato.