Decreto Flussi

Nuovo decreto flussi 2026-2028: 500mila ingressi in Italia per lavoratori stranieri

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Written by Irene Vitturri

1 Luglio 2025

Il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo decreto flussi 2026-2028, che prevede l’ingresso regolare in Italia di 500mila lavoratori stranieri in tre anni. Il provvedimento, contenuto in un DPCM, si rivolge a lavoratori stagionali e non stagionali, colf, badanti e figure professionali altamente qualificate. Si tratta di un piano ambizioso che mira a coprire il fabbisogno di manodopera in settori strategici, sostenere l’economia nazionale e al contempo contrastare l’immigrazione irregolare.

Decreto Flussi – Ripartizione delle quote: 500mila ingressi in tre anni

Dopo i 450mila ingressi autorizzati per il triennio 2023-2025, il governo alza l’asticella: le nuove quote saranno così distribuite:

  • 164.850 ingressi nel 2026
  • 165.850 ingressi nel 2027
  • 166.850 ingressi nel 2028

Nel complesso, le unità autorizzate saranno 497.550. Di queste, 230.550 saranno riservate al lavoro subordinato non stagionale e al lavoro autonomo, mentre 267.000 riguarderanno lavoratori stagionali nei settori agricolo e turistico. Per colf e badanti, le quote sono: 13.600 nel 2026, 14.000 nel 2027 e 14.200 nel 2028.

Priorità ai Paesi che collaborano contro i traffici illegali

Una parte delle quote sarà riservata in via preferenziale ai lavoratori provenienti da Paesi che collaborano con l’Italia nel contrasto all’immigrazione clandestina. Verranno infatti premiati gli Stati che, in accordo con il nostro Paese, realizzano campagne mediatiche per informare i cittadini sui rischi dei traffici migratori illegali.

Questo sistema punta a creare canali legali e sicuri per l’ingresso in Italia, riducendo così il fenomeno del lavoro sommerso e dello sfruttamento.

Le difficoltà del sistema attuale: solo il 7,8% delle quote 2024 trasformate in permessi

Se sulla carta i numeri sono ambiziosi, la realtà presenta molte criticità. Secondo i dati aggiornati, nel 2024 solo il 7,8% delle quote assegnate si è concretizzato in permessi di soggiorno e impieghi regolari: 9.331 domande accolte su 119.890 quote disponibili. Ancora più bassa la percentuale nel 2023: appena il 7,5%.

Il governo punta ora a semplificare le procedure, incentivando gli ingressi fuori quota e superando gradualmente il sistema del “click day”, almeno per i profili professionali più richiesti.

Formazione nei Paesi d’origine e contrasto all’irregolarità

Palazzo Chigi ha spiegato che la nuova programmazione si basa sulle esigenze delle imprese e sulle richieste presentate negli anni precedenti. Particolare attenzione sarà data alla formazione dei lavoratori nei Paesi d’origine, così da garantire un più rapido inserimento nel mercato del lavoro italiano.

Il decreto si inserisce in una strategia più ampia: creare un sistema di immigrazione legale, ordinato e sicuro, capace di dialogare con i Paesi di origine e contrastare i fenomeni di sfruttamento e lavoro nero.

I dubbi della Cassazione sull’accordo Italia-Albania

Intanto, restano accesi i riflettori sull’accordo tra Italia e Albania per la gestione dei migranti irregolari. La Cassazione ha espresso perplessità sulla compatibilità costituzionale del Protocollo, sottolineando il rischio di disparità di trattamento e la mancanza di garanzie sul diritto alla salute e alla difesa per i migranti trattenuti in Albania.

Questi rilievi pongono un’ulteriore sfida al governo, che dovrà bilanciare sicurezza, diritti umani e rispetto delle normative nazionali e internazionali.

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