Decreto Fiscale

Decreto fiscale 2025, tutte le novità: concordato, verifiche fiscali, rimborsi e Imu

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Written by Irene Vitturri

23 Luglio 2025

Il nuovo decreto fiscale 2025 ha ottenuto il via libera della Camera dei Deputati con 147 voti favorevoli, 87 contrari e 5 astenuti. Dopo il primo sì, ora il testo passa all’esame del Senato. Sostenuta dal governo Meloni, la misura introduce importanti modifiche in materia di fisco, controlli, deduzioni e agevolazioni. Vediamo nel dettaglio cosa prevede il provvedimento.

Ravvedimento operoso e concordato preventivo biennale

Una delle principali novità del decreto fiscale 2025 riguarda il ravvedimento operoso. I contribuenti potranno sanare le posizioni fiscali relative agli anni dal 2019 al 2023, accettando la proposta dell’Agenzia delle Entrate. Questa possibilità si estende soprattutto ai professionisti e autonomi che aderiscono per la prima volta al concordato preventivo biennale nel 2025-2026. Chi ha già aderito lo scorso anno potrà invece regolarizzare solo l’anno 2023.

Gli importi da versare varieranno in base agli Isa (indicatori sintetici di affidabilità fiscale), con uno sconto del 30% per gli anni della pandemia da Covid-19.

Controlli fiscali, verifiche motivate e meno blitz

Il decreto fiscale introduce un nuovo principio di trasparenza e motivazione nei controlli. In caso di accessi, ispezioni o verifiche da parte della Guardia di Finanza o dell’Agenzia delle Entrate, le ragioni dell’intervento dovranno essere «espressamente e adeguatamente indicate e motivate» sia negli atti di autorizzazione che nei verbali.

Questa norma arriva dopo una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che a febbraio ha condannato l’Italia per l’assenza di tutele nei confronti dei contribuenti sottoposti a controlli invasivi.

Spese di trasferta e rappresentanza: cosa cambia

Il decreto fiscale 2025 chiarisce anche i criteri di deducibilità delle spese sostenute all’estero. I rimborsi per trasferte, vitto e alloggio saranno deducibili anche se effettuati con mezzi non tracciabili, a patto che siano regolarmente documentati.

Diversa invece la questione per le spese di rappresentanza: restano deducibili solo se pagate con mezzi tracciabili, sia in Italia che all’estero.

Slitta l’acconto 2025 per Isa e forfettari

Una misura attesa da molti riguarda lo slittamento dell’acconto 2025. I soggetti che applicano gli Isa e i contribuenti in regime forfettario avranno tempo fino al 20 agosto 2025 per versare il saldo 2024 e l’acconto 2025, con una maggiorazione dello 0,4%.

Più tempo per i Comuni sulle delibere Imu

Il decreto concede ai Comuni una proroga per l’approvazione delle delibere relative alle aliquote Imu: il termine slitta dal 28 febbraio al 15 settembre 2025.

Stop alla cumulabilità per lavoratori impatriati

Un’ulteriore disposizione riguarda i lavoratori impatriati. Il decreto vieta la cumulabilità tra i benefici fiscali previsti per il rientro in Italia e quelli destinati a ricercatori o neo-residenti, per evitare sovrapposizioni tra i vari incentivi.

Decreto fiscale 2025, reazioni politiche opposte

La misura ha suscitato reazioni contrastanti in Parlamento. Per Vito De Palma, capogruppo di Forza Italia in Commissione Finanze e relatore del testo, il decreto rappresenta «un fisco più equo e vicino al Paese reale». Duro invece il commento del Partito Democratico: secondo il deputato Claudio Stefanazzi, si tratta di un «manifesto ideologico per premiare i furbi e penalizzare i contribuenti onesti».

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